I sogni son desideri | chiusi in fondo al cuor | nel sonno ci sembran veri | e tutto ci parla d’amor. | Se credi chissà che un giorno | non giunga la felicità | non disperare nel presente | ma credi fermamente | e il sogno realtà diverrà.

Evidentemente, Matteo Renzi ed il suo tutore, Pier Carlo Padoan, debbono essere dei fanatici appassionati dei film Disney e, in particolare, di un classico come Cenerentola. Infatti, solo rammentando il testo di una delle più fortunate delle canzoni che hanno contribuito al successo della Disney, si può spiegare l'ottimismo del presidente del Consiglio e del ministro dell'Economia rispetto ai dati reali che, impietosamente, descrivono una realtà completamente diversa da quello che ci viene raccontato.

Oggi, l'Istat ha pubblicato i dati della produzione industriale a giugno e rispetto al mese precedente è diminuita dello 0,4%. Lo stesso valore negativo si ottiene valutando il dato anche su base trimestrale.

Invece, se confrontiamo la produzione industriale tenendo conto anche del calendario, allora il  valore che otteniamo è addirittura peggiore, con un calo dell'1%, poiché i giorni lavorativi sono stati 21, come a giugno 2015.

Ma, evidentemente, Renzi e soci si appelleranno alla media dei primi sei mesi dell'anno, in cui la produzione industriale è aumentata dello 0,8% rispetto allo stesso periodo del 2015. Basta scavare che qualcosa di positivo da rivendere ai media e alla gente, prima o poi, si trova sempre.

Ci sarebbe anche da capire come i dati attuali possano giustificare le previsioni del PIL e gli sgravi fiscali dell'ultima manovra relativa alla legge di stabilità, senza dimenticare le promesse da "ganassa di periferia" fatte da Renzi sul fatto che, nei prossimi mesi, non sarà necessario applicare le clausole di salvaguardia, da lui falsamente attribuite ai precedenti governi Monti e Letta, per far quadrare i conti. Ma forse è chieder troppo.

Per i curiosi, la produzione industriale a giugno 2016 registra un solo aumento nel comparto dei beni intermedi (+0,8%), mentre diminuiscono l'energia con il -5,5%, i raggruppamenti dei beni di consumo con il -2,1% ed i beni strumentali con il -0,3%.

Oltre al dato non certo esaltante della produzione industriale, va anche ricordata la nota mensile sull’andamento dell’economia italiana di luglio 2016.

L'Istat fa presente che il contesto economico non è così brillante a causa della flessione del commercio internazionale e quella della crescita dell’economia statunitense, cui corrisponde, nel periodo maggio-giugno, un rallentamento dei ritmi produttivi dell'area euro.

L'Istat, comunque, cerca di sottolineare (malignamente si potrebbe anche utilizzare il termine raccattare) tutti i fattori positivi che possano far sperare in un cambiamento positivo per i prossimi mesi, almeno per quanto riguarda il nostro paese.

Così, ci viene sottolineato che la deflazione in Italia è leggermente diminuita, che l'occupazione è in aumento, così come il clima di fiducia per famiglie ed imprese.

Però, nonostante tutti i tentavi di lettura ottimistica che si tenti di fare degi ultimi dati raccolti, alla fine l'Istat è costretta a scrivere che "l’indicatore composito anticipatore dell’economia italiana, ricalcolato sulla base degli indicatori mensili più recenti, ha tuttavia evidenziato un ulteriore calo, seppur di intensità più contenuta rispetto alle flessioni degli ultimi mesi."

Insomma, il motivo è ormai noto: i sogni son desideri...