Nel pomeriggio di sabato 1 luglio, in piazza Santi Apostoli a Roma, si è riunita la sinistra alternativa al Partito Democratico per dare vita ad un nuovo progetto politico che, per il momento, si chiamerà Insieme. Un progetto politico che, nelle parole del suo ispiratore Giuliano Pisapia, nasce per cambiare l'Italia e per cambiare l'Europa.

Insieme è un nome provvisorio, perché il nome vero, come ha sottolineato l'ex sindaco di Milano, verrà stabilito insieme! E la ripetitività di questo termine non è certo casuale. Serve infatti a delineare la differenza di questo progetto da quello della sinistra, o supposta tale, ufficiale, il Partito Democratico di Renzi.

Il progetto di Pisapia è un progetto politico che deve coinvolgere i gruppi politici alternativi al PD, gruppi che a partire dalle amministrazioni locali fino ad arrivare in Parlamento sono stati invitati fin d'ora ad iniziare un percorso comune che sia in grado, a settembre, di dare vita ad un gruppo unico che rappresenti il nuovo soggetto politico.

Certamente una bella sfida, ma non certo l'unica, considerando che alla base di questo che potremmo definire il punto di partenza di un vero partito socialdemocratico, Bersani prima e Pisapia nell'intervento di chiusura hanno elencato dei punti programmatici che non sono più da tempo al centro del dibattito politico in questo paese, indicati come desueti, sorpassati, inutili, se non addirittura dannosi.

 

E così si è tornati a parlare di unità, protezione, uguaglianza, inclusione, diritti, lavoro, giusto salario, sanità, scuola, ecologia... e lo si è fatto non ion termini generici, ma prospettando anche soluzioni concrete, e già questo è un approccio rivoluzionario rispetto alla retorica dell'ideologia renziana, fatta di slogan fini a se stessi e di battute sferzanti nei confronti di avversari e non allineati.

Due esempi su tutti. Per le banche esiste un problema in relazione ai mutui incagliati? E allora studiamo la proprosta di Prodi nel creare un fondo misto tra pubblico e privato che si prenda in carico il problema per togliere dalla testa di molte famiglie la spada di Damocle dello sfratto e trasformi il mutuo in affitti sostenibili a lungo periodo con il cambio di proprietà del'immobile. E l'operazione può essere finanziata ripristinando l'Imu almeno per le abitazioni dei più ricchi.

I manager guadagnano cifre impensabili anche grazie ai bonus? E allora che questi bonus vengano pagati correlandoli anche ad un aumento dello stipendio per i lavoratori di un'azienda che è riuscita a raggiungere determinati obbiettivi.

Fare parti uguali tra diseguali è fare ingiustizia sociale. Chi ha di più paghi di più, questa è giustizia sociale.

Anche Bersani, nel suo intervento ha riassunto i temi distintivi di questo nuovo soggetto politico della sinistra: protezione,uguaglianza, dignità del lavoro, dignità della persona. In concreto come si applicano? Basta con gli stage da 300 euro, basta con i voucher, basta con le iniziative scuola lavoro che si traducono in lavoro in nero, basta con i licenziamenti collettivi e disciplinari, basta con l'illusione degli sgravi, basta con i bonus... Come attuare tutto questo? Con un universalismo nei servizi fondamentali e un buon fisco che costringa chi ha di più a pagare di più.

E non va pure dimenticata la moralità nell'applicazione delle regole. Se uno ruba due pacchi di pasta in un supermercato va subito, come minimo, inquestura, mentre chi rovina decine di migliaia di persone rubando loro i risparmi di una vita va in giro per via Montenapoleone a far compere, mentre in America sarebbe già in galera e avrebbero butatto via la chiave.

Questo il senso degli interventi conclusivi di Bersani e Pisapia che hanno riassunto anche i suggerimenti e le esperienze di coloro che sul palco li hanno preceduti: il sindaco di Latina Damiano Coletta, una rappresentante della Rete italiana senza cittadinanza, Valerio Onida, una rappresentate del Centro anti violenza a Tor Bella Monaca, il giornalista Carlo Romano in rappresentanza di Centro Democratico, un sindacalista della Filt Cgil di Milano, una rappresentante dei verdi, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, la presidente nazionale dell'Arci.

Come si può conciliare il progetto politico di Pisapia con il Partito Democratico di Renzi? In una sola maniera... che il Partito Democratico saluti Renzi o Renzi saluti il Partito Democratico. Infatti, i temi elencati da Bersani e Pisapia sono agli antipodi del progetto politico di Renzi, come tra l'altro dimostra ciò che lui ha fatto in tre anni governo. Ma in fondo non c'è da meravigliarsi... Bersani e Pisapia sono effettivamente di sinistra ed insieme a Renzi non possono convivere.