Nella riforma della RAI voluta dal governo Renzi, la figura del Direttore Generale è divenuta preminente per due motivi: il primo è legato al fatto che a lui è demandato il compito del coordinamento editoriale dei palisesti e della direzione editoriale per l’informazione, il secondo al fatto che la sua nomina è in pratica governativa.

Con la riforma Renzi, a differenza di quanto da lui annunciato durante le sue campagne elettorali, i partiti che sono usciti dalla RAI sono stati solo quelli di opposizione, mentre hanno rafforzato il loro ruolo quelli della maggioranza.

Il primo Direttore Generale post riforma è stato Antonio Campo Dall'Orto, renziano doc, tanto da aver animato le prime edizioni della Leopolda. Di lui si poteva dire di tutto, ma non che non fosse in grado, dal punto di vista delle competenze, di occupare quel ruolo. La7, MTV, Viacom... erano state, prima della RAI, le sue esperienze di lavoro nella gestione di reti televisive.

Qualche settimana fa, la sua esperienza alla RAI è terminata, perché il padrone del governo, l'attuale segretario del PD Matteo Renzi, non era soddisfatto del lavoro svolto da Campo Dall'Orto. E le preoccupazioni riguardavano soprattutto il futuro, poiché tra non molto l'Italia sarà chiamata al voto.

Per sostituirlo, quest'oggi è stato nominato Mario Orfeo, direttore del TG1 dal 2012. Una nomina controversa per due motivi. Il primo per il fatto che la sua esperienza è legata solo all'informazione e di palinsesti tv Orfeo ne può capire tanto quanto un comune passante. Il secondo, perché Orfeo è stato al centro di critiche per il modo in cui il TG1 ha diffuso le proprie notizie... non proprio ciò che ci si attenderebbe da un tg libero da qualsiasi influenza e indicazione politica.

E soprattutto in merito a questo aspetto, la critica sulla nomina di Orfeo è a dir poco feroce. Questo il commento di Roberto Fico, capogruppo M5S alla Camera e presidente della Commissione Vigilanza Rai, pochi minuti prima della nomina: «Ho letto in questo momento un'agenzia circa la proposta del nuovo dg che è quella di Mario Orfeo. Mi sembra voler mettere benzina sul fuoco perché avevamo chiesto tutti un uomo sopra le parti e io non ritengo Orfeo un uomo sopra le parti.»

Questo, invece, il commento di Alessandro Di Battista a nomina avvenuta: «Ci sono riusciti. Mario Orfeo, attuale direttore del Tg1, sarà direttore generale della Rai. Io ho attaccato Orfeo molte volte e continuerò a farlo. Attaccherò sempre il suo modo di fare informazione: parziale, strumentale, cucita su misura sul PD e su Renzi.

Oggi la sua fedeltà viene premiata: nonostante sia stato uno dei peggiori direttori della storia del Tg1, per la qualità dell'informazione offerta, viene promosso direttore generale della Rai. Si è guadagnato la promozione a forza di manipolazioni mediatiche, attacchi scomposti al M5S e a forza di disonestà intellettuale.

Ricordo quando dal centrosinistra si levavano critiche e attacchi a Minzolini per la vicinanza a Berlusconi. Oggi il PD (ancora una volta) supera Berlusconi. Piazza Orfeo a dirigere il nostro servizio pubblico radiotelevisivo, a dimostrazione del fatto che a questi signori altro non interessa che il potere. E poi ai convegni li sentiamo parlare di modello BBC, di pluralismo e informazione corretta. Dovremmo indignarci ma riflettiamo.

Questi colpi messi a segno dal "potere" ne dimostrano tutta la debolezza. Ricordate il Tg1 che campagna fece per il SÌ al referendum? Ebbene non gli è servita. E ricordate che trattamento riservava alla Raggi in campagna elettorale (Orfeo viene da Il Mattino di Caltagirone, quello al quale non abbiamo fatto fare le olimpiadi)? Non gli è servito. Occupano la Rai, le tolgono dignità e si sentono onnipotenti ma le loro più che prove di forza sono ultimi colpi di coda di animali da potere morenti