Che l'Italia ormai si sia incamminata verso una deriva fascista, grazie anche ai socialisti alla Matteo Renzi, è un dato di fatto. E a dimostrarlo non sono tanto le vicende eclatanti, ma proprio quelle che non dovrebbero neppure diventare fatti di cronaca.

Qualche giorno fa, don Massimo Biancalani parroco della parrocchia di Vicofaro (Pistoia), 5700 "anime" che fanno capo alla chiesa di Santa Maria Maggiore, ha avuto l'ardire di pubblicare su facebook una foto che mostrava dei ragazzi di colore che erano in piscina, commentando: "Loro sono la mia patria, i razzisti e i fascisti i miei nemici!" Queste le parole che accompagnavano il post.


Non l'avesse mai fatto. Non solo è stato sommerso da insulti di ogni genere, ma gli è pure stato bloccato per 24 ore l'accesso al suo account facebook... e chissà per quale motivo.

Fatto sta, che anche la stessa diocesi di Pistoia si è sentita in dovere di intervenire con un comunicato ufficiale a supporto del proprio parroco: «Mons. Vescovo, preso atto di quanto sta accadendo in questi giorni, fa presente che non è disposto a permettere che un sacerdote della sua diocesi venga attaccato e insultato come è avvenuto e sta avvenendo nei confronti di don Massimo Biancalani. Tutti possono criticare ed esprimere pareri discordanti sull’operato di un prete. Nessuno però si deve permettere di offendere, insultare, minacciare. Ciò non è cristiano ma neanche umano.

Il vescovo Tardelli ha già espresso personalmente la sua vicinanza a Don Biancalani. Lo ha fatto nella riservatezza – come è giusto che sia tra persone che si rispettano e quando si vuol fare del bene – anche per rompere quel cerchio nefasto e disumano che rischia di diventare oggi la comunicazione sociale, dove la manipolazione, l’apparire, lo spazio dell’esibizione e lo sfogo dei più bassi istinti sembrano diventare la norma. Fatti come questo invitano tutti a meditare sulle modalità e gli effetti della propria comunicazione ‘social’ e chiedono uno stile comunicativo che inviti al dialogo e alla riflessione piuttosto che a reazioni violente e polemiche.

Il vescovo Tardelli intende anche condannare fermamente le espressioni razziste e le offese gratuite rivolte contro quanti sono accolti nelle strutture della Chiesa. In proposito aveva già espresso una netta presa di posizione in una recente lettera al clero pistoiese: "non è comprensibile che all’interno delle nostre comunità parrocchiali si coltivino sentimenti xenofobi, razzisti o anche solo di chiusura. Se questo accade, occorre fare tutti un bell’esame di coscienza perché evidentemente non abbiamo capito molto del Vangelo. Bisogna porre anche attenzione perché c’è chi, manipolando la comunicazione, ci fa credere cose che non esistono o sono ben diverse da come vengono presentate. Sul fenomeno migratorio questo accade sovente, fomentando ad arte sentimenti di ostilità. Voglio qui riconoscere e lodare quanto già viene fatto con generosità da alcuni, sacerdoti e laici, in ordine all’accoglienza dei migranti e per stimolare la comunità cristiana all’accoglienza".» 

Vicenda chiusa? Macché. Forse toccati sul vivo del proprio sentimento nazionale (non è ben chiaro se ufficilamente a questo sia o meno associabile anche il termine fascista) e, soprattutto religioso, i rappresentanti in Toscana di Forza Nuova, guidati dal coordinatore Leonardo Cabras hanno pensato bene che il motto Dio Patria Famiglia (comunque riferibile al ventennio) sia per loro ancora oggi più che mai valido e custode di non si sa bene quale verità teologica, tanto da far sì che loro domenica prossima  saranno presenti alla messa nella parrocchia di Vicofaro per vigilare sulla dottrina di Don Biancalani.


Per evitare polemiche e possibili "guai" il vescovo Tardelli ha già annunciato che la messa di domenica nella parrocchia di Vicofaro sarà celebrata non dal parroco titolare don Biancalani, ma dal suo vicario don Patrizio Fabbri.

Una scelta sicuramente dettata dalla prudenza e dalla volontà di smorzare i toni, per non trasformare una celebrazione religiosa in politica, perché una messa con la politica non dovrebbe avere nulla a che fare. Peccato, però, che don Massimo non si sia chiamato don Camillo, perché in quel caso, per i non fascisti di Forza Nuova le cose sarebbero andate diversamente.

Infatti, don Camillo avrebbe comunque celebrato messa, tenendo a portata di mano un randello di legno, ma di pioppo... in fondo un legno tenero tenero, e la doppietta, naturalmente caricata con cartucce a base di sale, senza però dimenticare la famosa cassetta nascosta in cima al campanile con le "armi pesanti". Ma a don Camillo, in fondo, sarebbe stato sufficiente tirasi su le maniche della tonaca ed assestare due sberle per rimettere in sesto la scombussolata teologia ai simpatizzanti di Forza Nuova e a quelli di tutti quei partiti e movimenti che si ispirano agli ideali fascisti, ma sono tanto ipocriti e vigliacchi dal volerlo negare.

Da preoccuparsi, però, del fatto che il vescovo Tardelli impedendo ad un suo sacerdote di svolgere il suo "compito", automaticamente e implicitamente, accredita ai non fascisti di Forza Nuova la possibilità che con la minaccia della violenza, d'ora in avanti, a loro sia concesso di poter fare ciò che vogliono. E i non fascisti della Lega, c'è da stare sicuri, anche loro non saranno da meno alla prossima occasione.

Il fascismo, in fondo, è iniziato anche così. 


I fatti sopra riportati, nel pomeriggio, per fortuna, hanno avuto una positiva evoluzione. Infatti, la diocesi di Pistoia ha rilasciato una nota in cui precisava che quanto riportato da alcuni quotiadiani in relazione alle parole del vescono Tardelli era stato travisato, informando che domenica prossima "il vicario generale don Patrizio Fabbri è stato inviato a concelebrare con don Massimo Biancalani, non a sostituirlo.  

Il vescovo ha deciso così affinché sia tutelato un prete che celebra l’eucaristia e perché la Messa non sia profanata da iniziative irresponsabili. Visti i toni che sta assumendo la vicenda la diocesi di Pistoia invita tutti gli attori interessati, in particolare i media, a non contribuire a creare un clima di ulteriore tensione con polemiche gratuite e lontane dalla realtà."

Bene il vescovo Tardelli a non fare arretrare la Chiesa di fronte ad un'intimidazione di chiaro stampo fascista.