Subito dopo che il direttore della FBI, James Comey, in una lettera al Congresso, aveva annunciato di aver riaperto l'inchiesta sull'uso del server di posta non sicuro da parte di Hillary Clinton, quando ricopriva l'incarico di Segretario di Stato, la candidata democratica si era limitata a chiedere che il nuovo materiale rinvenuto fosse immediatamente reso pubblico.

Nel frattempo qualcosa deve essere cambiato nella strategia della sua campagna. Infatti, durante una manifestazione elettorale a Daytona Beach, in Florida, ha attaccato duramente Comey, per avere reso nota la ripresa delle indagini a pochi giorni dalle elezioni, fornendo poche informazioni sui motivi della sua decisione. L'ha definito un episodio non solo strano, ma anche molto preoccupante.

Lo staff della Clinton ha deciso di andare giù duro contro il capo della FBI, dopo aver saputo che il comportamento di Comey ha suscitato le ire di esponenti del ministero della Giustizia, le cui disposizioni vietano iniziative di questo tipo nell'imminenza di una consultazione elettorale.

Già prima dell'intervento della ex-first lady, anche il responsabile della sua campagna elettorale, John Podesta che aveva criticato Comey per aver fatto solo delle insinuazioni, senza rivelare chiaramente come stanno le cose. Un dire e non dire che finisce per essere particolarmente dannoso per l'immagine della candidata democratica.

Sulla testa del povero Comey, un repubblicano nominato da Obama, si è rovesciata la potenza di fuoco della organizzazione politica che i Clinton si sono creati nel corso degli anni, con una pletora di gruppi di orientamento liberal che lo hanno criticato per quello che hanno definito un atto inqualificabile e hanno chiesto che vengano subito pubblicate tutte le nuove email.

Sul versante repubblicano, la riapertura dell'inchiesta ha avuto un effetto corroborante, dopo le indicazioni negative dei più recenti sondaggi.

Donald Trump è tornato di nuovo ad insistere sul fatto che la sua rivale non è adatta a ricoprire la carica di presidente degli Stati Uniti. L'ha definita il simbolo di un tipo di pubblica corruzione che rappresenta una grave minaccia per la democrazia.

Critiche non sono mancate neanche per il ministero della Giustizia, che ha biasimato la decisione di Comey. Secondo Trump sarebbe pieno di funzionari nominati da Obama, che stanno facendo di tutto per aiutare la Clinton.

Il distacco di Trump nei sondaggi si è già ridotto sia a livello nazionale, che negli stati in cui il risultato è più incerto. Molti analisti, tuttavia, ritengono che, se le elezioni si tenessero oggi, il candidato repubblicano subirebbe una sconfitta schiacciante.

Quest'ultima vicenda, però, gli dà ancora delle speranze, spostando l'attenzione della pubblica opinione dai suoi scandali sessuali e portando dalla sua parte qualcuno degli indecisi.