Sono inziati oggi, almeno formalmente, i colloqui tra Gran Bretagna ed Europa sulla Brexit. Il capo negoziatore britannico, David Davis ha provato a creare un clima disteso con gli europei, affermando che tra i due paesi sono più le cose che uniscono di quelle che dividono.

Più propenso ad una cortesia formale è apparsa invece la sua controparte, l'ex ministro francese Michel Barnier, che non deve aver dimenticato che è trascorso più di un anno prima che i colloqui potessero iniziare. In ogni caso, adesso, è almeno chiaro che la loro conclusione è prevista per la primavera del 2019, più precisamente il 30 marzo, data in cui dovranno essere sciolti tutti i nodi e trovate tutte le soluzioni per accordi in corso da 44 anni e regolano anche i più reconditi dettagli della vita burocratica ed economica dei due paesi.

Senza contare aspetti che finiranno per rendere incandescete il dibattito, come la tutela dei diritti di 3 milioni di cittadini europei residenti nel Regno Unito ed il conto da saldare da parte dei britannici per uscire dall'unione. Ed in relazione a questo aspetto, i sudditi della regina potrebbero anche decidere di tentare di ripercorrere il loro cammino indipendentista, come gli scozzesi e i cattolici nord irlandesi.

In pratica, le condizioni che la Gran Bretagna riuscirà ad ottenere per uscire dall'Europa potrebbero anche avere conseguenze politiche serie di politica interna.

Più come riunione celebrativa per dare inizio ai lavori, va infine ricordato il summit che si terrà giovedì e venerdì a Bruxelles cui parteciperanno i leader dell'Unione insieme a Theresa May.