La Verbena è una pianta conosciuta sin dai tempi degli antichi romani che la consideravano sacra utilizzando i suoi ramoscelli sui patti scritti per conferirvi maggiore autorevolezza.
In Grecia invece era usata per farne ghirlande che incoronavano gli ambasciatori ed era utile anche nelle cerimonie purificatrici degli altari degli dei, non per nulla era l'Herba sacra.

Il nome Verbena deriva dal celtico ferfaen, da fer “scacciare via” e faen “pietra” dato che la pianta era usata in particolare per curare problemi alla vescica, in particolare calcoli.
I druidi la aggiungevano alla loro acqua che poi utilizzavano per riti e incantesimi.

La pianta presenta rametti rigidi e sottili tanto da essere paragonata al fil di ferro, anche per la sua capacità di resistere a condizioni climatiche particolarmente rigide.
Cresce fino a un metro di altezza e i fiori di colore lilla sono raccolti in lunghe e delicate spighe al vertice della pianta.
I frutti sono asciutti, con quattro semi. Fiorisce da maggio a settembre e per uso salutistico si usa fresca in quanto il suo principio attivo, la verbenalina, si degrada progressivamente se sottoposta a essiccazione.

Alla pianta sono riconosciute un'efficace azione sul ristagno del flusso biliare e proprietà diuretiche pronte a rimuovere la renella e i piccoli calcoli.

L'azione antinfiammatoria e blandamente analgesica, insieme all'attività depurativa, ne rende interessante l'utilizzo nelle forme reumatiche.
Utile anche per disturbi digestivi e grazie alle sue proprietà astringenti si può assumere in caso di diarrea o coliche intestinali.

Come modalità d'uso la potete trovare in erboristeria sotto forma di tisana, spesso unita ad altre piante con funzioni medesime.

 

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