Franceso Starace è un ingegnere nucleare, laureato al Politecncio di Milano. Dopo aver iniziato la sua carriera come analista della sicurezza degli impianti elettronucleari è passato ad occuparsi del settore energia, iniziando da una società di General Electric fino ad arrivare ad occupare il ruolo di amministratore delegato di Enel.

Il 21 aprile è stato invitato alla Luiss, università promossa da Confindustria, dall'associazione Agol (associazione giovani opinion leader), nata con l'obbiettivo di favorire il rinnovamento della leadership del nostro paese attraverso il dialogo intergenerazionale. Tra le varie iniziative, Agol ha organizzato un "format" denominato AD esempio, all'interno del quale vengono invitati i più importanti amministratori delegati italiani ed esteri per raccontare agli studenti la loro storia manageriale.

In completo chiaro, sguardo gelido, labbra accennate, toni pacati, voce tutt'altro che stentorea, l'amministratore delegato di Enel ha risposto alle domande che gli studenti in platea, di volta in volta, gli ponevano. Verso la fine dell'incontro, a Starace viene rivolta la seguente domanda: «Come si fa a cambiare un'organizzazione come Enel, quali sono gli elelemti chiave?» Ecco che cosa risponde Starace.

«Per cambiare un'organizzazione ci sono alcune cose abbastanza semplici. Innanzitutto ci vuole un gruppo sufficiente di persone convinte su questo aspetto. Non è necessario che sia la maggioranza, basta un manipolo di cambiatori. Poi vanno individuati i gangli di controllo dell'organizzazione che si vuole cambiare e bisogna distruggere fisicamente questi centri di potere. Per farlo ci vogliono i cambiatori che vanno infilati lì dentro, dando ad essi una visibilità sproporzionata rispetto al loro status aziendale creando quindi malessere all'interno dell'organizzazione, del ganglio che si vuole distruggere. Appena questo malessere diventa sufficientemente manifesto si colpiscono le persone che si oppongono al cambiamento e questa cosa va fatta nella maniera più plateale e possibilmente manifesta possibile, cosicché da ispirare paura o esempi positivi nel resto dell'organizzazione. Questa cosa va fatta velocemente con decisione e senza nessuna requie e dopo pochi mesi l'organizzazione capisce, perché alla gente non piace soffrire. E quando capiscono che la strada è un'altra, tutto sommato si convincono... miracolosamente vanno tutti lì... è facile». (risate ed appluasi dalla platea)

Enel è una società per azioni di cui lo Stato italiano, tramite il Ministero dell'economia e delle finanze, detiene il 23,50% del capitale sociale. La nomina di amministratore delegato viene fatta dal governo. La nomina di Starace si deve alla scelta effettuata da Matteo Renzi e Pier Carlo Padoan.

La dichiarazione fatta da Starace alla Luiss lascia stupefatti. Pur convenendo che la distruzione fisica sia relativa ai centri di potere e non alle persone, è l'idea di azienda descritta da Starace che fa restare a dir poco allibiti: colpire persone, creare malessere e paura, premiare i buoni e mettere alla berlina i presunti cattivi.

In Italia esiste una legge, votata e acclamata trasversalmente da tutti i partiti, che è stata denominata legge contro il mobbing.  Il mobbing è un insieme di comportamenti aggressivi di natura psicofisica e verbale, esercitati da una persona o un gruppo di persone nei confronti di altri soggetti. Il mobbing è applicato in qualsiasi contesto, anche quello lavorativo.

Quella disegnata da Starace è una situazione molto probabilmente assimilabile ad uno scenario in cui uno più lavoratori sono sottoposti, da parte dei vertici dell'azienda, ad una situazione di mobbing.
È sconcertante che l'amministratore delegato di una società a maggioranza statale, nominato dal Governo, possa trovare normale disegnare scenari come quello descritto da Starace ai giovani della Luiss. Ed è ancor più sconcertante che i manager del futuro abbiano trovato la descrizione di tale scenario non solo corretta (applausi), ma anche divertente (risate).