Un nuovo episodio si aggiunge al capitolo della questione stepchild adoption, esclusa dalla legge sulle Unioni Civili e lasciata in sospeso, da discuterne in un provvedimento che dovrà riscrivere il capitolo adozioni.
Protagonista è la Corte di appello di Torino che, in secondo grado, ha accolto la richiesta di adozione di due coppie omosessuali composte da donne.

Un caso ha riguardato l'adozione di un bimbo di 5 anni anni figlio della compagna sposata in Islanda nel 2015. L'altro caso, invece, era relativo ad un'adozione incrociata perché le due donne, sposate in Danimarca nel 2014, hanno adottato ognuna la figlia dell'altra, due bambine di 7 e 5 anni nate tramite inseminazione artificiale.

La sentenza della Corte di appello di Torino si richiama alla legge 184 del 1983 che prevede la possibilità di adozione in presenza di casi particolari e, tra questi, il riconoscimento dell'esistenza di un legame affettivo anche quando la famiglia non è riconoscibile come tale dal punto di vista della normativa vigente.

Alla decisione ha anche influito l'indicazione della Corte europea dei diritti dell'uomo, per la quale l'esistenza di un nucleo familiare non è subordinata all'accertamento di un determinato status giuridico, ma all'effettività dei legami.