Quando una coppia divorzia e lo fa nel peggiore di modi, si sa, i problemi nascono nel dividere il patrimonio, i beni, la "roba". Questo è quanto può accadere tra Mario Rossi e Giovanna Verdi, ma anche tra la Gran Bretagna e l'Unione Europea, con l'aggravante che, in quest'ultimo caso, a litigare sono 28 nazioni e non due singole persone.

Dopo un primo incontro avvenuto qualche settimana fa, iniziano ufficialmento questo lunedì a Bruxelles i veri colloqui per definire le modalità di uscita della Gran Bretagna dall'Europa. Gli interessi del Regno Unito sono rappresentati dal ministro per la Brexit David Davis che dovrà confrontarsi con l'incaricato dell'Ue, il francese Michel Barnier.

A parte le cordialità di rito che cercano di mantenere i colloqui dentro i binari della civiltà e della buona educazione con reciproci scambi di doni su attività di comune interesse che riguardano una passione per la montagna dei due incaricati, le trattative su cui si svolgeranno i lavori sono state definite su quattro temi su cui si confronteranno i rispettivi gruppi di lavoro: i diritti dei cittadini, il pagamento della Gran Bretagna degli impegni di bilancio attualmente in essere con l'Unione (una cifra intorno ai 60 miliardi di euro), ed altre attività di carattere generale tra cui come dovranno essere trattati i beni britannici nei negozi dell'UE al momento della Brexit. L'ultimo tema riguarderà l'Irlanda del Nord e su come risolnvere le problematiche relative alle relazioni commerciali e non solo a cavallo del confine con l'Irlanda.

In base al programma, i temi discussi inzialmente in questa fase dovranno poi essere posti al vaglio degli altri 27 paesi dell'Unione tra agosto ed ottobre, con la speranza che alla fine di tage periodo si abbia un quadro definito dei parametri su cui proseguire i trattati che dovranno durare non più di 20 mesi e che dovrebbero iniziare a produrre delle conseguenze pratiche entro il 2019.