L'assemblea Costituente venna eletta, con sistema proporzionale, nel giugno del 1946. Era composta da 556 onorevoli costituenti.

L'assemblea elesse il Capo Provvisorio dello Stato, Enrico De Nicola, ed istituì una Commissione composta da 75 costituenti che ebbe l'incarico di scrivere la nuova Costituzione.

I membri della Commissione furono scelti proporzionalmente in base al numero dei rappresentanti dei gruppi politici che componevano l'Assemblea.

 

ALCUNI DEI COSTITUENTI DI IERI

Della commissione fecero parte personalità politiche come Palmiro Togliatti e Attilio Piccioni, ed altri, giovani e meno giovani, che avrebbero poi avuto un ruolo importante nella vita politica italiana come - ad esempio - Luigi Einaudi, Giovanni Leone, Amintore Fanfani, Aldo Moro, Paolo Emilio Taviani, Umberto Terracini, Paolo Rossi. E furono nominati anche dei tecnici di prestigio come i professori di diritto pubblico Piero Calamandrei, Costantino Mortati e Tommaso Perassi.

La Commissione dei 75 fu poi suddivisa in tre sottocommissioni: una per regolare irapporti civili, una per l'ordinamento costituzionale della Repubblica con la determinazione degli organi supremi e delle loro attribuzioni ed infine l'ultima per indicare i diritti e i doveri economico-sociali.

Un Comitato ristretto di redazione avrebbe coordinato il lavoro delle singole parti, mentre alla commissione nel suo completo vennero rinviate le decisioni sui punti controversi, oltre l'approvazione finale.

La nuova Costituzione, oltre a stabilire l'organizzazione fondamentale dello Stato, avrebbe determinato, anche nei suoi istituti e principi, l'assetto economico e sociale dell'Italia.

Il testo definitivo, con i suoi 139 articoli e le disposizioni finali e transitorie, venne sottoposto al voto segreto dell'Assemblea ed approvato a larga maggioranza. Era il 22 dicembre 1947.

 

ALCUNI DEI COSTITUENTI DI OGGI

Estate 2014. Dalla commissione preposta al Senato vengono allontanati i membri contrari al nuovo testo costituzionale che si sta allestendo in base ai diktat imposti dal presidente del Consiglio Matteo Renzi. Il testo, redatto da Maria Elena Boschi, appare però confuso e incoerente in diversi punti.

Per correre ai ripari, prima che approdi in Aula, viene chiamata in fretta e furia la senatrice Anna Finocchiaro che insieme a Roberto Calderoli (!) corregge gli errori più evidenti prodotti dalla ministra delle Riforme.

Prima che il testo venga presentato al Senato in prima lettura, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano convoca Piero Grasso che pochi giorni dopo "inventa" un nuovo regolamento di votazione per discustere la riforma costituzionale ed accellerarne i tempi di approvazione prima della chiusura estiva.

Il dibattito al Senato appare, fin da subito, surreale con la maggioranza che non solo ignora qualsiasi emendamento dell'opposizione per modificare il testo ritenuto confusionario e incoerente, ma si rifiuta persino di dare chiarimenti sul funzionamento pratico delle istituzioni in base alle nuove norme.
La ministra Boschi, più volte chiamata in causa, ignora qualsiasi richiesta di spiegazione proveniente dalle opposizioni.

In questi termini sono stati modificati circa 40 articoli della Costituzione, producendo un testo che, oltre che illeggibile dal punto di vista della sintassi della lingua italiana è addirittura illogico e confusionario nella sostanza.

Il 4 dicembre gli italiani devono scegliere se approvare o meno la nuova Costituzione. La scelta è tra mantenere una riforma che potrebbe e andrebbe migliorata in alcune parti o approvarne una nuova che, è indubbio, produrrà la quasi totale paralisi delle istituzioni oltre alla possibilità per la maggioranza parlamentare di poter governare senza alcun organo che tuteli i diritti delle opposizioni.