Le ore di sostegno non si possono tagliare, quali che siano i problemi di risorse e di bilancio: lo afferma con chiarezza la sentenza n. 2023 del Consiglio di Stato, destinata a divenire “storica”, che ha riconosciuto il valore irrinunciabile del sostegno scolastico. Afferma infatti il Consiglio che “l'inserimento e l'integrazione nella scuola , con l'ausilio dall'insegnante di sostegno, anzitutto evitano la segregazione, la solitudine, l'isolamento”, ma hanno anche “fondamentale importanza per la società nel suo complesso, perché rendono possibili il recupero e la socializzazione”, permetto di fatto alle persone con disabilità “di dare il loro contributo alla società”. Di conseguenza, “le istituzioni scolastiche ed il ministero dell'Economia e delle Finanze – si legge nella sentenza - non possono impedire, per esigenze di contenimento della spesa pubblica, l'effettiva fruizione delle ore di sostegno e di tutte le altre misure di assistenza previste dalla legge per i medesimi alunni disabili”.
La sentenza è stata emessa dalla VI sezione, che richiamando i principi costituzionali ha sancito chiaramente che “le posizioni degli alunni disabili devono prevalere sulle esigenze di natura finanziaria”. Un monito, evidentemente, al ministro dell’Economia e delle Finanze. Lo spunto è offerto dal caso di un bambino con disabilità iscritto a una scuola per l’infanzia in Toscana di 25 ore di sostegno necessarie, solo 13 erano state assegnate dall’Ufficio scolastico regionale.