Il ganassa di Rignano Matteo Renzi, tanta è la strafottenza e l'arroganza del personaggio che sarebbe impossibile definirlo diversamente - in fondo quella è l'unica carica che ancora gli è rimasta, visto che ormai è solo un ex segretario di partito e un ex presidente del Consiglio - si è fatto intervistare nella trasmissione Porta a Porta condotta da Bruno Vespa.

Non è certo l'appuntamento elettorale di inizio aprile a preoccupare Renzi per farsi rieleggere segretario del Partito Democratico. la lista di candidati che usciranno dal giudizio dei tessderati per presentarsi alle primarie del 30 saranno tre, e tre è il numero di coloro che si sono iscritti per farsi eleggere alla carica di segretario.

Quindi, inutile dannarsi per il voto nelle sezioni o nei circoli, comunque si chiamino adesso, del PD. Sarebbe un'attività poco redditizia. L'importante è il voto alle primarie a cui potrà partecipare chiunque, pagando due euro e firmado una dichiarazione, più assurda che ipocrita, di impegno di voto a favore del Partito Democratico.

E così, nei prossimi due mesi la presenza di Renzi in tv sarà l'unica cosa su cui potremmo scommettere come certa in questo paese. Dall'antipasto di ieri abbiammo potuto vedere che nulla è cambiato nell'atteggiamento di Matteo Renzi.

Più le inchieste che vedono interessare familiari e persone a lui politicamente molto vicine, più aumenta l'arroganza e la strafottenza con cui Renzi si presenta in pubblico. Non solo, anche i messaggi in stile mafioso sui suoi avversari - che da lui vengono oltretutto fatti passare come sue creauture - stanno diventando una specie di mantra che caratterizza le sue apparizioni mediatiche.

E Renzi, che se venisse rieletto non avrebbe alcuna intenzione di rinunciare al doppio incarico di segretario e premier, ha confessato di tenere il fiato sul collo di Gentiloni, non dando per scontato l'appoggio della maggioranza PD su qualunque siano i suoi prossimi provvedimenti. Infatti, ricorrerere alle clausole di salvaguardia con l'aumento dell'IVA per far fronte alle richieste di Bruxelles non pare una scelta che possa esser digeribile all'ex premier che, oggettivamente, avrebbe poi molte difficoltà a presentarsi agli elettori delle politiche dicendo di aver governato bene e di aver abbassato le tasse.

Infine, nonostante la polemica nei giorni scorsi con Grillo riguardo l'inchesta Consip e le dichiarazioni sul padre Tiziano, Matteo Renzi ha di nuovo preso le distanza dal proprio genitore, sottolinenado ancora di più quanto già aveva fatto intendere con la frase "per mio padre pena doppia se colpevole".

Ieri sera si è addirittura migliorato affermando: «Umanamente sono preoccupato per mio padre, ma sto con i giudici.» Probabilmente, neppure lui è tanto sicuro dell'estraneità del signor Tiziano Renzi alle vicende Consip che, però, in queste ultime ore sembrano tirare in ballo anche il figlio che avrebbe mostrato il suo interesse affinché un porzione degli appalti finisse anche alle Coop rosse.

In chiusura una breve parentesi sulla casualità che ha visto l'appalto Consip, in fase di assegnazione, soddisfare le varie cordate che, come ci hanno fatto sapere le rivelazioni dell'ultima inchiesta, si sono rivolte a vario titolo all'amministratore Marroni, definitosi poi muro di gomma. Questo sta a dimostrare che "perorazioni" e "presunte minacce" abbiano ottenuto l'effetto desiderato? Non è assolutamente possibile affermarlo, anche se il caso, malandrino, lo farebbe pensare.