Nella sua carriera il generale Fabio Mini ha svolto compiti di vertice a livello non solo italiano, ma anche europeo. Ha comandato la missione NATO in Kosovo e ha ricoperto il ruolo di Capo di Stato maggiore dell’Alleanza Atlantica per il Sud Europa. Oggi è commentatore e analista militare per Limes, Espresso e altre testate.

In una recente intervista a Strumenti Politici ha raccontato alcuni aspetti dell’eventualità di uno scontro diretto fra NATO e Russia con l’impiego dell’arma nucleare. Secondo lui si tratta di un caso da non escludere e che avrebbe conseguenze terrificanti per la nostra penisola, di fatto impreparata a reggere un conflitto su larga scala. Spiega anche che Washington potrebbe tirarsi fuori da una guerra convenzionale contro Mosca, la quale a sua volta forse eviterebbe di toccare immediatamente le installazioni più importanti che gli americani hanno in Europa.

Infatti, dice il generale, entrambe le superpotenze sanno che cozzando potrebbero provocare un’escalation nucleare tanto rapido quanto automatica. Ma senza l’apporto americano, le truppe europee sarebbero spacciate. Bisogna anche considerare che l’attuale conflitto in Ucraina potrebbe persino essere visto come una sorta di prove generali del futuro scontro USA-Cina.

Si tratterebbe comunque solo di prove per così “politiche”, perché a livello tecnico-militare la natura dei due conflitti è profondamente diversa. Sul Vecchio Continente si combatte a stretto contatto in cielo e per terra, mentre nel Pacifico intorno a Taiwan lo scontro sarebbe navale, aereo e missilistico.