Persino il ministero degli Esteri cinese  è arrivato a dire, quest'oggi, che ciò che sta accadendo a Gaza è inaccettabile per la coscienza umana e che la massima priorità è il cessate il fuoco. La Cina, come è noto, non è un Paese dove i diritti umani siano prioritari.

E della necessità di un cessate il fuoco come soluzione più efficace per portare aiuto ai civili palestinesi prigionieri nella Striscia ne ha parlato persino lo schizofrenico segretario di Stato Usa, Antony Blinken, di nuovo in visita in Medio Oriente, dove a Riad oggi ha incolntrato i ministri degli Esteri dei paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo.

E mentre tutti auspicano un cessate il fuoco, nonostante sul governo israeliano penda la minaccia di mandati di cattura da parte della CPI per crimini contro l'umanità, il morale esercito dello Stato ebraico continua a bombardare la Striscia e a mietere vittime soprattutto tra i civili, 34 i morti e 68 i feriti nelle ultime 24 ore, con il bilancio dell'aggressione israeliana che dal 7 ottobre scorso è salito a 34.488 morti e 77.643 feriti.

Per quanto riguarda le trattative per arrivare ad una tregua, Hamas ha dichiarato ieri che la controproposta israeliana del piano presentato dall'Egitto è ritenuta accettabile e che possono esserne discussi alcuni dettagli ritenuti secondari. Il Cairo, a sua volta, ha invitato i mediatori israeliani a recarsi in Egitto per valutare la risposta di Hamas, di cui alcuni rappresentanti si sono già recati nella capitale egiziana, in modo da affrettare così la conclusione della trattativa. 

Va ricordato che al Sisi ha tutto l'interesse che la guerra in corso si possa concludere prima dell'attacco a Rafah, che avrebbe come conseguenza il rischio che il Sinai e l'Egitto si aggiungano a Libano e Giordania nell'elenco delle nazioni che ospitano i rifugiati palestinesi.