Ci sono due grandi fuochi – la guerra Ucraina-Russia e la guerra Israele-Palestina – e tanti altri fuocherelli accesi nel mondo, e c’è qualcuno che invece di gettare acqua sul fuoco e cercare la via della pace,  attizza il fuoco più vicino e più pericoloso per noi europei, quello della guerra in Ucraina.

Le parole del presidente francese Emmanuel Macron, sul possibile invio di truppe sul fronte russo-ucraino, sono per l’appunto benzina sul fuoco di quel conflitto che rischia di deflagrare scatenando la terza guerra mondiale!

Inviare gli eserciti di Europa e Stati Uniti contro la Russia sarebbe entrare in guerra, anche per noi italiani, contro Mosca, contro Pechino, contro tutto il resto del mondo che sta dalla parte di Putin.

Sarebbe la Terza Guerra Mondiale!

Parigi non è nuova a certe imprese belliche, tutti noi ricordiamo nel 2011 la guerra che la Francia ha fatto alla Libia, destabilizzando un paese, rovinando una delle principale economie del Nord Africa e innescando una crisi politico-militare che ancora oggi ha enormi ripercussioni sulla vita dell’Europa e del nostro paese in special modo.

Non si escludono truppe di terra in Ucraina se Mosca sfonda le linee del fronte e Kiev lo richiede. Se i russi dovessero sfondare le linee del fronte, se ci fosse una richiesta ucraina – cosa che oggi non avviene – dovremmo legittimamente porci la domanda. Escluderlo a priori non significa imparare la lezione degli ultimi due anni, quando i Paesi della Nato avevano inizialmente escluso l’invio di carri armati e aerei all’Ucraina prima di cambiare finalmente idea.

Non escludo nulla, perché davanti a noi c’è qualcuno che non esclude nulla. Senza dubbio siamo stati troppo titubanti nel definire i limiti delle nostre azioni nei confronti di qualcuno che non li ha più e che è l’aggressore.

Ho un obiettivo strategico chiaro: la Russia non può vincere in Ucraina. Se la Russia vincesse in Ucraina, non ci sarebbe sicurezza in Europa. 
Queste le dichiarazione che il presidente francese ha rilasciato al settimanale britannico The Economist.

Le parole di Macron rappresentano una “tendenza molto pericolosa” e Mosca continua a “monitorare da vicino” le mosse di Parigi e dell’Europa. Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov.

Il Cremlino vede inoltre le dichiarazioni del ministro degli Esteri britannico David Cameron sul diritto di Kiev di usare armi britanniche per colpire la Russia come “un’escalation diretta” che “potrebbe potenzialmente rappresentare un pericolo per la sicurezza europea, l’intera architettura di sicurezza europea”.

Dopo due anni di guerra e centinaia di migliaia di morti, lo scenario è sempre più preoccupante, soprattutto se c’è chi in Europa soffia sul fuoco e vi getta benzina.

Di fatto Mosca avanza ogni giorno a piccoli passi sfondando le linee del fronte ucraino e Zelensky ha già ripetutamente chiesto l’intervento delle forze armate della Nato, ma Europa e Stati Uniti fino ad ora hanno risposto – a chi cerca in ogni modo di trascinarci anima e corpo nel conflitto – inviando soltanto armi e munizioni e non truppe di terra come invece vorrebbe Emmanuel Macron.