Dopo il via libera del Viminale a partiti e simboli delle Europee 2024, questo è un riassunto - per circoscrizione - di coloro che sono stati scelti come capilista nelle varie circoscrizioni dalle forze politiche più rappresentative nel Paese...

Nord Ovest
Giorgia Meloni (FdI), Antonio Tajani (Fi), Silvia Sardone (Lega), Cecilia Strada (Pd), Maria Angela Danzì (M5S), Ilaria Salis (Avs), Elena Bonetti (Azione), Emma Bonino (Stati Uniti d’Europa).

Nord Est
Giorgia Meloni (FdI), Antonio Tajani (Fi), Paolo Borchia (Lega), Stefano Bonaccini (Pd), Sabrina Pignedoli (M5S), Cristina Guarda (Avs), Carlo Calenda (Azione), Graham Watson (Stati Uniti d’Europa).

Centro
Giorgia Meloni (FdI), Antonio Tajani (Fi), Roberto Vannacci (Lega), Elly Schlein (Pd), Carolina Morace (M5S), Ignazio Marino (Avs), Carlo Calenda (Azione), Giovanni Domenico “Giandomenico” Caiazza (Stati Uniti d’Europa).

Sud
Giorgia Meloni (FdI), Antonio Tajani (Fi), Roberto Vannacci (Lega), Lucia Annunziata (Pd), Pasquale Tridico (M5S), Domenico “Mimmo” Lucano (Avs), Carlo Calenda (Azione), Vincenzo “Enzo” Maraio (Stati Uniti d’Europa).

Isole
Giorgia Meloni (FdI), Caterina Chinnici (Fi), Annalisa Tardino (Lega), Elly Schlein (Pd), Giuseppe Antoci (M5S), Leoluca Orlando (Avs), Carlo Calenda (Azione), Rita Bernardini (Stati Uniti d’Europa)


Su queste scelte, ognuno si faccia il giudizio che vuole, in base alle proprie preferenze e alle proprie logiche. Tra i partiti che supportano l'attuale coalizione di governo, non si può però non valutare il problema, non di poco conto, rappresentato dalla candidatura del generale Vannacci.

Capolista al sud e al centro, il candidato scelto da Salvini fa schifo a molti dei rappresentanti più in vista della Lega... non gente qualunque, visto che si sta parlando di Centianio, Giorgetti, Zaia. Quest'ultimo ha dichiarato: 

«Se voterò Vannacci? Mi sentirei un traditore, come faccio a non votare un veneto? ... Vannacci è una scelta del segretario che va rispettata. Il generale è candidato come indipendente: la Lega ha i suoi valori, il generale ne avrà altri».

"La Lega ha i suoi valori, il generale ne avrà altri": teniamo a mente questa affermazione e dal Veneto spostiamoci in Toscana dove il candidato sindaco al comune di Firenze per la coalizione di destra-centro è l'ex direttore degli Uffizi (oggi, in aspettativa, del museo di Capodimonte) Eike Schmidt, che ha dichiarato che se gli affiancheranno Vannacci durante la campagna elettorale lui si dimetterà da candidato seduta stante. Il motivo? Schmidt lo ha spiegato così: 

«Le sue posizioni sono in forte contrasto con quelle della coalizione, della lista civica e le mie personali. Siamo agli antipodi. La mia candidatura e tutta la lista civica che mi appoggia sono ispirate dai valori del Cristianesimo, del Rinascimento e dell’Umanesimo, che niente hanno a che spartire con posizioni disumane come quelle di Vannacci che abbiamo dovuto leggere sui giornali. ...Io sono sempre stato antifascista, sono membro dell’Aned, associazione ex-deportati nei campi nazisti. L’antifascismo è scritto nella Costituzione italiana quindi è di tutti, non è divisivo e non dovrebbe esserlo. Io da tedesco, anche se sono nato decenni dopo, mi vergogno delle cose che i tedeschi hanno fatto qui in Italia e in tutta Europa durante la seconda guerra mondiale. Io mi vergogno di ciò e sono antifascista sin dall’inizio, e questo non cambierà mai. Nel 2024 non ci devono essere divisioni né nostalgie, ci deve essere chiarezza».

Ricapitolando, i vertici della Lega dicono che uno come Vannacci NON rappresenta la Lega e i valori del partito. Il candidato sindaco a Firenze, appoggiato dalla Lega, non solo dice che Vannacci non lo vuole vedere neanche in lontananza, ma che i contenuti che Vannacci esprime sono addirittura "disumani".

Lo stesso Salvini, in alcuni casi, ha detto di non condividere le dichiarazioni del generale. Pertanto a logica, facendo una somma dei precedenti addendi, il risultato che chiunque può leggere è che Vannacci non rappresenta altri, se non se stesso!

Nessun problema... ma non si capisce perché, in tal caso, debba essere eletto sotto il simbolo della Lega. Se non rappresenta la Lega, i suoi valori e la sua storia, perché presentarlo come candidato di quel partito? Se la Lega non è ciò che dice Vannacci, allora Vannacci non dovrebbe essere un candidato della Lega. Ma se chi vota Lega si riconosce in ciò che dice Vannacci, è altresì evidente che la Lega non è quello che dicono i vari Centinaio, Giorgetti, Zaia...

Insomma, da qualunque lato uno la giudichi, tale candidatura finisce per essere una truffa per tutti gli elettori della Lega o per parte di essi. È normale che un partito si presenti al voto con queste premesse? In Italia sì.

Ma non solo...

«C'è stato un periodo nel quale non c'era la certezza che mi candidassi con FdI e mi sono tenuto libero. Meloni mi ha detto che non voleva rompere con me e nel frattempo mi sono state fatte altre proposte. La direzione di un museo, ma ce l'ho già, l'altra è la candidatura in Piemonte, oppure l'assessorato alla cultura in Piemonte o Basilicata, o dove sono già stato in Sicilia. Quando si è discusso delle europee mi è sembrato più logico, è un'offerta molto gradita, è una politica più personale, è meglio dell'accettare un incarico venuto dall'alto. Dalle europee non ti puoi dimettere.   ...Ho chiesto il Nord Est ma il sud è ancora più divertente, hanno valutato che la mia elezione al sud non toglie posti a persone di cui loro confidano per il Parlamento europeo, mentre forse avevano nomi più certi per il Nord Est. In quel modo avrei portato via il posto a qualcuno, ho visto le liste, non c'è un peso grosso al meridione che loro debbano preferire a me, non disturbo nessuno».

Chi le ha dette queste parole? Vittorio Sgarbi, lo stesso Sgarbi che, come auspicato da Giorgia Meloni (affermazione riportata dall'Ansa il 10/2/024) si è dimesso da sottosegretario alla Cultura, perché implicato in una vicenda giudiziaria in cui si ipotizza che potrebbe essere mandante e destinatario del furto di un quadro.

Inutile ripeterlo. Sgarbi è attualmente assolutamente innocente e non può essere bollato con etichette denigratorie o infamanti... ma non si capisce perché allora Meloni ne chieda prima la testa da sottosegretario, per poi candidarlo nelle proprie liste alle Europee. È logico? No. E non essendo logico non è neppure normale. Evidentemente, la signora Meloni non voleva presenze imbarazzanti nel proprio governo e ha barattato le dimissioni di Sgarbi con un posto certo al Parlamento europeo.

Anche in questo caso, però, Meloni si è comportata onestamente con gli eventuali/possibili elettori del suo partito? No, perché se avesse avuto fiducia nell'innocenza di Sgarbi non lo avrebbe certo messo alla porta.

Salvini e Meloni, oltre ad occuparsi di questioni legate al governo, passano il resto del loro tempo a dare lezioni di vita agli italiani e agli avversari politici. Ma se quanto appena descritto è ciò che fanno in casa loro, forse è meglio che, prima di parlare di altri, si facciano un esamuccio di coscienza.